L’AQUILA – (jacopo di francesco) E dire che era cominciata bene, con un buon numero di teramani presenti al "Fattori" e il Teramo padrone del campo con una manovra più veloce del solito: i rossoblu sembravano sperare in uno 0-0. Al 19′ Petrella dà una gran palla a Moreo, che spacca la traversa: quell’azione ha dato l’idea di essere l’inizio dell’assedio, ma è stata l’ultima, vera, del Teramo.
Col passare dei minuti L’Aquila alza il pressing, e senza comunque impegnare Tonti ingabbia il Teramo nel peggiore dei possessi sterili. Da Silva non c’è, Petrella e Moreo provano a dialogare sul filo del fuorigioco ma il guardalinee non è mai della loro opinione. Ma non possono essere loro due l’unica fonte di gioco, mancano le fasce e i break di un Cenciarelli insolito, apatico.
Nella ripresa i padroni di casa sembrano un’altra squadra, attaccano e ripartono veloci sulle laterali, e proprio dà lì partiranno i dieci minuti d’inferno che consegneranno il derby a L’Aquila: al 53′, da calcio d’angolo per il Teramo, riparte indisturbato Ceccarelli, che scodella per Mancini, Tonti risponde ma (chi se non lui) il castigatore del Teramo, Sandomenico, insacca sulla ribattuta. Il colpo viene accusato eccome. Al 64′ ancora Sandomenico semina il panico a sinistra e trova in area la testa Perna, di sicuro troppo solo: 2-0. Quanto manca Speranza.
Gli innesti di Di Paolantonio, Paolucci e poi Le Noci non infastidiscono i rossoblu, come non cambia nulla il passaggio al 4-3-3; a ogni tentativo di accelerazione corrisponde una spazzata della difesa locale. Si chiude con l’espulsione di Altobello, la difesa è falcidiata.
Ora più che mai non bisogna fare drammi, il filotto prima di oggi era buono e se ne può cominciare un altro. Certo, le pause dimostrate in questa e in altre partite non lasciano proprio tranquilli, ma bisogna dare fiducia ai biancorossi, aspettando la restituzione di qualche punto. Appuntamento domenica a Rimini, altra squadra non dei piani alti: ci sarà un solo risultato utile.